domenica 11 agosto 2013

'Donne che corrono coi lupi' FINE


Ho finito di leggere 'Donne che corrono coi lupi'. La sensazione che provo quando sono all'ultima pagina di un libro è molto molto simile a quella che provo quando saluto una persona che probabilmente non rivedrò mai più o che rivedrò forse tra molto tempo. Mi sento ridicola, ma le ultime righe poi finiscono con una lacrimuccia.
Riporto l'ultima parte:
"...indipendentemente dallo stato, dalla fase o dalla stazione della vita in cui ci si trova, bisogna avere forza psicologica e spirituale per andare avanti, a poco a poco, e anche contro i forti venti che di tanto in tanto soffiano nell'esistenza di ogni persona.
La forza non viene dopo che ci si è arrampicati sulla scala o sulla montagna, nè dopo aver fatto qualcosa, qualunque questa sia. Rafforzarsi è essenziale al processo di lotta, specia prima e durante, oltre che dopo. Credo fermamente che l'attenzione e la dedizione alla natura dell'anima rappresentino la forza per eccellenza.
In qualunque istante c'è molto in movimento che può far strage dello spirito e dell'anima, tentando di distruggere l'intendimento o facendo pressione affinchè si dimentichino le domande importanti, non soltanto quelle di prammatica in una certa situazione, ma domande quali:In questa faccenda dove sta l'anima?Si procede nella vita, si conquista terreno, si raddrizzano le ingiustizie e si sta ben eretti contro i venti mediante la forza dello spirito.
Questo rafforzamento, graie alle parole o alla preghiera o a vari tipi di contemplazione o ad altri mezzi ancora,viene da un numen, una grandezza che sta al centro della psiche. Questo numen è affatto inaccessibile, bisogna prendersene cura e nutrirlo. La sua esistenza, indipendentemente dai suoi numerosi appellativi,è un fatto psichico incontrovertibile..."



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